Siamo il paese del sottocosto, meglio ancora se zero.
Vogliamo essere dei gran signori ma non spendere. Pensiamo di avere lo stesso tenore di vita di un paese europeo ma i nostri salari sono molto più bassi.
Le pulizie a casa? Ci pensa la colf. Ma non la mettiamo in regola perchè è caro.
L'automobile è un bene irrinunciabile, ma l'assicurazione è salata. Così tre milioni di persone se la confezionano da soli, una bella fotocopia e via.
Vogliamo il giovane preparato e qualificato, ma non gli diamo uno stipendio e i contributi, nossignore. Un bel contratto da precario.
Vogliamo i bus che funzionano e salendo non paghiamo il biglietto, peraltro molto economico confrontato alle medie europee. Insomma vogliamo un servizio ottimo ma non amiamo spendere per ottenerlo.
E' così anche nella ricerca. Riformiamo l'università a costo zero, "senza oneri aggiuntivi" dice la legge. Desideriamo che i nostri figli studino negli atenei ma non creiamo i professori, che sono in rapporto agli studenti molto pochi se confrontati con la media OCSE. E perchè? Perchè tanto ci pensano i ricercatori a fare didattica. Li paghiamo come ricercatori, mica come professori, ci mancherebbe.
E scendiamo ancora di un gradino. Vogliamo fare ricerca ma non li assumiamo i ricercatori. Usiamo dottorandi, assegnisti e borsisti perchè costano meno.
Insomma l'arte di arrangiarsi non è un luogo comune. E' prassi quotidiana. Mettiamo una pezza dietro l'altra, come sull'asfalto delle nostre strade, che cede ad ogni pioggia.
Prima o poi dovremmo fare i conti con il fatto che le nozze non si fanno con i fichi secchi. E quel giorno, temo, è molto vicino.
Vogliamo essere dei gran signori ma non spendere. Pensiamo di avere lo stesso tenore di vita di un paese europeo ma i nostri salari sono molto più bassi.
Le pulizie a casa? Ci pensa la colf. Ma non la mettiamo in regola perchè è caro.
L'automobile è un bene irrinunciabile, ma l'assicurazione è salata. Così tre milioni di persone se la confezionano da soli, una bella fotocopia e via.
Vogliamo il giovane preparato e qualificato, ma non gli diamo uno stipendio e i contributi, nossignore. Un bel contratto da precario.
Vogliamo i bus che funzionano e salendo non paghiamo il biglietto, peraltro molto economico confrontato alle medie europee. Insomma vogliamo un servizio ottimo ma non amiamo spendere per ottenerlo.
E' così anche nella ricerca. Riformiamo l'università a costo zero, "senza oneri aggiuntivi" dice la legge. Desideriamo che i nostri figli studino negli atenei ma non creiamo i professori, che sono in rapporto agli studenti molto pochi se confrontati con la media OCSE. E perchè? Perchè tanto ci pensano i ricercatori a fare didattica. Li paghiamo come ricercatori, mica come professori, ci mancherebbe.
E scendiamo ancora di un gradino. Vogliamo fare ricerca ma non li assumiamo i ricercatori. Usiamo dottorandi, assegnisti e borsisti perchè costano meno.
Insomma l'arte di arrangiarsi non è un luogo comune. E' prassi quotidiana. Mettiamo una pezza dietro l'altra, come sull'asfalto delle nostre strade, che cede ad ogni pioggia.
Prima o poi dovremmo fare i conti con il fatto che le nozze non si fanno con i fichi secchi. E quel giorno, temo, è molto vicino.
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