mercoledì 20 aprile 2011

Viva la Rai...

E' uscita ieri una classifica nella quale si dice che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) è il primo istituto in italia per la ricerca. Dato che personalmente sapevo benissimo.

D'altronde basta pensare che tutti gli esperimenti su LHC a Ginevra hanno come spokerperson (portavoce) un fisico dell'INFN, o che il direttore scientifico del CERN stesso è italiano, un altro INFN.

Spronati, si vede, da tale clamore, ieri una troupe del telegiornale più servile d'Italia, il TG1, è venuta a filmare ai Laboratori Nazionali di Frascati. Ed oggi c'è stato il servizio sul telegiornale.

Mi ha confermato la scarsa stima che ho dei giornalisti, in particolare di quelli del TG1, quando parlano di scienza. In effetti anche quando parlano d'altro ma sulla scienza posso almeno vantare esperienza diretta.

Anzitutto il titolo:"la ricerca italiana sesta nel mondo". Io sapevo ottava ma potrebbe anche essere. Questo è il grave, gravissimo problema della nostra ricerca. Siamo così in alto con la ventinovesima spesa al mondo in ricerca. Mi chiedo quale altro settore pubblico o privato può vantare una tale efficienza. Se dunque siamo così bravi con una ciotola di riso, possiamo anche fare con mezza no?

Ma veniamo ai premi Pulitzer che affollano il TG1.

Si parte da una ripresa di ADA, il primo anello di accumulazione per particelle, anni 60, che fa bella mostra di se' nel prato dei laboratori. Questo diventa il primo acceleratore del mondo!! Primo non accelerava, secondo i primi acceleratori sono degli anni 30!!

E' come se qualcuno dicesse che la FIAT ha inventato l'automobile.

Si passa poi a parlare con il presidente dell'ente e il nuovo acceleratore che si costruirà, forse, chi lo sa?, diviene un oggetto su cui c'è un unanime consenso internazionale. A me risultava che anche quello nostrano sia alquanto discutibile. Su quello internazionale invece sono abbastanza sicuro. E' scarso. Un documento del dipartimento dell'energia americana sconsiglia di impegnarsi con noi.

Magari hanno torto, forse un giorno costruiremo questa macchina, forse otterremo dei grandi risultati, ma dire che c'è un unanime consenso internazionale è come affermare che la guerra in Iraq è stata sostenuta dall'ONU.

Insomma ho trovato questo servizio una vera marchetta. Invece di parlare dei problemi che abbiamo ogni giorno, si fa vedere un mondo che non esiste, tutto infiocchettato, patinato, edulcorato.

Questo è il giornalismo italiano nel 2011.

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