sabato 18 febbraio 2023

Chi salva la memoria salva il mondo

 Sono stato a vedere la mostra "Arte liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra". La mostra è certo interessante, c'è qualche opera più famosa, tutte comunque belle. Ci sono dei bronzi che Goring aveva rubato alla Villa dei Papiri di Ercolano, solo quelli varrebbero il biglietto. 

Ma più che le opere mi hanno colpito le storie, storie di persone che hanno rischiato la propria vita per mettere al sicuro il bello del nostro patrimonio culturale. 

Il mondo è pieno di invisibili che lo salvano ogni giorno, a cui nessuno dedica nemmeno un pensiero. Quando poi c'è una guerra l'egoismo e la paura trovano sicuro albergo in molti cuori, come in quelli dei vicini di casa di Anna Frank. 

Eppure anche nei momenti più bui esistono i Perlasca, gli Schindler, gli Angela, i Borromeo

Ecco questa mostra non è tanto sulle opere d'arte ma sulle persone che le hanno salvate. Per esempio, chi conosceva Pasquale Rotondi? Eppure questo signore ha messo in salvo 10.000 opere d'arte! Molte nascoste nella Rocca di Sassocorvaro. 

Ed Emilio Lavagnino, Fernanda Wittgens, Noemi Gabrielli, Palma Bugarelli, Jole Bovio Marconi solo per citarne alcuni?


Sono storie affascinanti. Mentre il mondo intorno crolla, queste persone, con mezzi di fortuna, delle volte addirittura portando un pezzo per volta in bicicletta, sfidando i bombardamenti e i rastrellamenti, hanno messo al sicuro il nostro patrimonio artistico. 

E quello che non si poteva spostare, gli edifici per esempio, lo hanno protetto con sacchetti di sabbia, con opere murarie di rinforzo, per reggere alle onde d'urto dei bombardamenti. 

Sono state e stati sacerdoti laici di una religione chiamata cultura. 

E la riflessione che si fa vedendo la mostra è che la cultura, le opere d'arte, sono la nostra memoria. L'Alzheimer è la peggiore delle malattie, in quanto i malati perdono la loro. Senza la nostra memoria siamo senza identità.

Dunque più che una mostra sull'arte salvata a me è piaciuta la parte sui salvatori e su tutte quelle opere messe in campo per proteggere la nostra memoria dalla follia della guerra. Credo che abbiano pensato che il bello ci avrebbe redenti da una era così buia. Io ci spero ancora...