martedì 5 novembre 2019

Lo stupore

Viviamo in una società in cui stupire è tutto. Si deve sparare sempre più in alto.
E questo ha provocato una assuefazione allo stupore.
Prendiamo la tecnologia. La mia generazione è rimasta stupita dal personal computer, dal telefono cellulare, dallo smartphone.
E oggi? Ci sono smartphone sempre più veloci, sempre più intelligenti, ma il concetto non è nuovo.

Quando io ero piccolo il videogioco era quello che si metteva sulla TV di casa e vi erano solo delle sbarrette che andavano su e giù e simulavano il tennis.
Oggi c'è il visore 3D, la realtà aumentata.
Ma quando la hai aumentata tutta non c'è più molto da stupire ancora. Insomma il mondo è sempre più sintetico, è sempre più virtuale, è sempre più staccato dal reale.
Sono fortunato, faccio scienza, mi riesco ancora a stupire. Ma è difficile stupire i ragazzi. 

Va di moda il turismo di chi si vuole disconnettere, senza rete, cellulare, a contatto con la natura. Solo camminare scalzi ci da delle sensazioni di riappropriarci del nostro corpo e del nostro spazio. 

Viaggiamo perchè lo stupore è quello che ci manca. Viaggiare, vedere i luoghi belli della terra ci libera la mente, ci permette di provare gioia e stupore. Viaggiamo perchè a stare fermi ci calcifichiamo nelle nostre vite e idee.

Trovo che l'interesse per la natura dei giovani, I Fridays for future, sia una cosa fantastica. Non solo per la salvaguardia del nostro pianeta, ma anche perchè la natura rappresenta per loro quella frontiera che ogni generazione deve ricercare. La natura è l'unica cosa in grado di stupirli veramente, di farli sentire piccoli, di incantarli o di atterrirli. 

Non si può vivere senza stupore e nemmeno senza piante, senza l'Amazzonia,  senza un mare non inquinato. Viaggiate se potete, conoscete altri posti, uomini, culture e sopratutto conoscete il nostro pianeta, che è molto meglio di come ve lo immaginate.