mercoledì 25 aprile 2018

Intelligenza Artificiale e deficienza naturale

L'intelligenza artificiale non è più un concetto astratto. E' presente quotidianamente nelle  nostre vita.
Il machine learning usato da google e dai social network ne è l'esempio più immediato.
La macchina impara dalle nostra abitudini, per un fine non esattamente nobilissimo: proporci della pubblicità mirata.
E lo fa costruendoci intorno un guscio fatto di notizie, delle volte false, che ben si accostino al nostro sentire profondo. In modo da fidelizzarci.

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Questo argomento è stato usato da Obama in una famosa intervista con David Letterman. Se due persone cercano la stessa informazione raggiungeranno fonti diverse e gli sarà proposta in modo differente. Questo radicalizza le nostre convinzioni e scava i fossati. 


Da lì alla rabbia il passo è breve. Se poi si ha il web si può sfogare la propria acrimonia, che sovente nasconde le proprie inadeguatezze. 

 Nel 2016 Microsoft fece un esperimento: un account twitter basato su Intelligenza Artificiale (AI). Dietro non c'era una persona a rispondere ma una macchina. Si chiamava Tay.

Dopo 16 ore l'account fu chiuso. Accadde infatti che la macchina imparava dai tweet degli utenti. E poiché molte persone la insultavano, lei imparò a sua volta ad insultare. Dopo 16 ore era divenuta filonazista, omofoba e razzista.

Molti considerano questo un esperimento fallito e una brutta figura di Microsoft, perfino un disastro della AI. A me sembra invece l'opposto. La macchina si è adattata perfettamente al mondo che la circondava. E lo ha fatto senza avere pregiudizi o preconcetti. Non so se i genitori si chiedano mai quale è l'effetto sui ragazzi, che sono ancora abbastanza neutri rispetto al mondo, dei social network. Non credo gli sviluppi la socialità.

Questo esperimento ha anche dimostrato la validità di un vecchio proverbio cinese che dice pressappoco che non c'è macchina che possa essere utilizzata da uno stupido. Per guidare una autovettura facciamo un esame, che ci insegna le regole di base della convivenza automobilistica. Alcuni poi ignorano queste regole, ma i più le seguono.

Il web può fare molti più danni di una automobile. Può costringere dei ragazzini al suicidio, può agevolare l'elezione di personaggi controversi, può sopratutto renderci nemici gli uni degli altri, facendoci parlare con la pancia e non con la testa. Perché è concesso a tutti usarlo? Non servirebbe anche qua una patente?

L'intelligenza artificiale ha di sicuro un grosso futuro, ma rischia di svilupparsi in un deserto se non sapremo curare la deficienza naturale.