domenica 12 aprile 2020

Lo scienziato poliedrico



C'era una volta lo scienziato rigoroso, non quello piacione, nemmeno quello presenzialista e sopratutto non tuttologo.

La scienza ha regole severe, parlano i risultati e le riviste che li pubblicano non sono i quotidiani o i social.

Pare che invece adesso basta capire un po' di scienza in un campo specifico per esprimere un dotto parere su qualunque argomento, sopratutto se fuori del proprio contesto.

Sono rimasto allibito dal leggere, su quotidiani nazionali di grande tiratura, fisici delle particelle, qualcuno che conosco pure, che disquisiscono sulla curva delle epidemie e si sbilanciano in pericolosi ipse dixit sul picco, la salita e la discesa dei contagi.

Ora, il fisico ha una sorta di orgasmo intellettuale nel trovare che un set di dati si accordano ad un modello. Anche io ammetto che privatamente questa cosa la ho fatta, per curiosità. Ma poi si cede alle lusinghe della rete. E così si postano sui social, si creano gruppi Facebook ad hoc, ma sopratutto si traggono conclusioni.

I modelli peraltro sono noti da tempo, non c'è nulla da scoprire.

La cagnara non fa bene alla scienza, che già mostra un deficit di credibilità in una società che considera gli scienziati solo come dei nerd nel migliore dei casi, o dei pericolosi Mengele nel peggiore.

Se poi le voci sono dissonanti ognuno trova uno spartito per la sua musica. Così la "Signora del Sacco" che diceva che è solo una influenza, così quella sparutissima minoranza che pensa che non sia abbastanza dimostrato che il global warming abbia causa antropica, danno fiato a chi non presta attenzione alla scienza.

Fermilab History and Archives Project | Robert R. WilsonC'è poi un momento in cui bisogna farsi finanziare una ricerca. Ricordo anni fa che un famoso fisico italiano cercò di vendere un nuovo acceleratore di particelle includendo nei possibili benefit la ricerca del petrolio!! Negli anni 80 i fisici americano vendettero al pentagono che con i FEL (Free-Electron Laser) si potevano fare le guerre spaziali.

Eppure c'è chi non fa così. Nel 1969 Bob Wilson (in foto), in risposta ad un senatore che aveva ricevuto un no alla domanda se il nuovo acceleratore al Fermilab serviva per la sicurezza nazionale o per sviluppare nuovi armi e che aveva così concluso che non serviva a nulla, replicò dicendo che era come l'arte o la pittura, lo rendeva degno di essere difeso.

Ho apprezzato tantissimo inoltre una intervista ad uno scienziato che ha detto che essendo lui un infettivologo e non un epidemiologo non poteva rispondere alla domanda in modo opportuno.

La credibilità si costruisce in tanto tempo e si perde in un attimo. La sobrietà è la cifra di uno scienziato, ed una volta che ci si è giocati l'autorevolezza è per sempre.