mercoledì 9 marzo 2011

La vita degli altri in un a-social network

Spesso desidereremmo essere in una isola deserta, quando siamo in coda in auto, dal dottore,  alla cassa di un supermercato.
Eppure sono proprio gli altri che arricchiscono la nostra vita. Una volta pensavo che fosse la conoscenza, la cultura, il nostro traguardo nobile e appetibile.

Mi rendo invece conto che l'umanità è l'orizzonte a cui tendere. Possiamo imparare molto di più da una persona che da un libro. La nostra vita, per quanto possa essere ricca e piena, rimane sempre una. Sono le esperienze altrui che la allargano, che ci fanno condividere un vissuto per noi impossibile.

La mattina telefonano al "ruggito del coniglio" e raccontano se' stessi. Ma almeno un terzo parla di esperienze non proprie, ma di un amico, parente, conoscente. E quelle storie diventano le loro storie.
Lo spione del film "Le vite degli altri" risorge dalla sua infima condizione di schiavo di un regime ascoltando le vite degli altri. Condividendo le aspettative e i sogni si rende complice di quelle vite e riesce a salvarle. Non perché sia intenerito ma perché quelle vite sono divenute anche sue.

Oggi c'è Facebook, e ci pare che questo sia il mezzo della nostra empatia. Ma in realtà Facebook è solo per voyeur. E' una finestra sulla privacy altrui. E' freddo, è fatto di "mi piace", "condividi","tizio ti ha inviato un..." etc etc. E' uno strumento che permette di tenersi in contatto certo, ma alla fine non condividiamo veramente nulla.

Gli amici si frequentano, il contatto umano, il calore, il piacere della conversazione non possono essere surrogati. Temo che invece di essere uno strumento utile, possa diventare un a-social network.


1 commento:

  1. bellissimo!!!E' proprio vero: i rapporti umani sono la vera ricchezza. Sono un dono di Dio per tutti gli uomini!

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