domenica 27 marzo 2011

Il Titanic

Si narra che durante l'affondamento del Titanic l'orchestra abbia continuato a suonare. Mutatis mutandis da noi avviene la stessa cosa.

Mancano i soldi, che novità? Ma non è la solita crociata dei baroni universitari! Mancano davvero! Non vi sono i soldi per sottoscrivere i periodici scientifici. E' come se una banca non avesse le informazioni sulle quotazioni dei cambi o sul listino azionario.
Per noi la ricerca è spostare avanti una linea. Ma se non sappiamo cosa hanno fatto gli altri o dove sono arrivati come facciamo? La storia dell'editoria scientifica meriterebbe un post a parte, ma per ora sorvoliamo.

Ad ogni buon conto la soluzione è drenare risorse dalle borse di dottorato. Ovvero diminuirne il numero. Già abbiamo difficoltà a mantenere i giovani in gamba. Tutto sommato il dottorato ancora regge, li formiamo bene, hanno ottime chance di avere un post-doc all'estero. E per noi rappresentano sia una forza lavoro sia uno stimolo intellettuale. Capita che delle volte ci scordiamo di farci delle domande, oppure ne dimentichiamo le risposte. Una persona fresca di studi e assetata di sapere è un motore, un caterpillar per ogni gruppo. Dunque è una perdita doppia, per noi e per loro.

Nella rara ipotesi che possiamo avere delle risorse per qualche post-doc, il vuoto legislativo attuale sta impedendo di fatto questi contratti. Ma si risolverà tutto in breve tempo, vedrete...

Intanto ogni giorno una parte dei nostri ragazzi migliori resta a casa. Quella parte che ha pensato che l'investimento migliore che si possa fare per loro e per il nostro paese è nella conoscenza.

Molti non si rendono conto di cosa è la precarietà. E’ una umiliazione continua, è la perdita della dignità, è la fragilità dell’esistenza. Ti senti come se tutto ciò per cui hai lavorato e faticato ti potesse essere portato via in un attimo. Così senza una ragione, senza un perchè. Se mancano i fondi, o solo se tardano perchè qualche burocrate è stato un pò lento a passare una carta da una scrivania all’altra tu rimani a casa. E mentre vorresti pensare a pianificare l’esperimento che farai l’anno prossimo non sai nemmeno se vi parteciperai.

Questi giovani sono coloro che si appassionano di come funzionano le cose, sono quelli che si fanno domande. Sono la ragione perchè oggi nei paesi industrializzati si campa a lungo, non si muore lattanti, per andare da Roma a Milano basta meno di un'ora, non abbiamo più le carestie e possiamo lavorare 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana. In una parola: progresso tecnologico, economico e sociale.

A questo punto qualcuno potrebbe prendersela con la miopia dei nostri governanti o con la mancanza di fare sistema dell'Università. Ma il problema vero è che in Italia le cose non vengono guidate dalla politica. Questo può accadere in un paese meno demagogico o clientelare del nostro. Da noi la politica certifica una situazione.

E la nostra situazione è che l'imprenditoria non sa che farsene dell'Università. E' triste ma è così. Se la confindustria pensasse che una classe di persone preparate e motivate fosse utile al paese, con il loro bagaglio di inventiva, di originalità, di giovinezza, non ci troveremmo dove siamo.

Anni fa, alla consegna del diploma di dottore di Ricerca intervenne il direttore del ministero del tesoro. Egli disse che noi non possiamo essere come il Giappone o la Germania. Loro spendano pure il 3% del PIL in ricerca, noi dobbiamo SOLO formare dei giovani che sappiano usare quelle conoscenze.

Dall'estero comperano le nostre migliori aziende, e noi ci preoccupiamo? Troppo tardi: hanno già comperato i nostri migliori ragazzi.

Ma non disturbate la navigazione, l'orchestra non ha ancora finito di suonare...






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