sabato 17 settembre 2011

un semplice grazie

Lord Rutherford mi perseguita in questi giorni. Prima, tornando da una conferenza in Spagna leggo su una rivista specializzata che è il centenario della sua scoperta della struttura dell'atomo. Qua, in Gran Bretagna, vengo portato a visitare il laboratorio a lui dedicato. il Rutherford Appleton Laboratory. Ed oggi in Westminster abbey sono riuscito in modo rocambolesco a trovare la sua tomba.

Ci tenevo moltissimo. Rutherford non solo è stato un premio nobel, la persona che ha scoperto come è fatto dentro l'atomo, ma anche un esempio. Nato in Nuova Zelanda da una famiglia di contadini è riuscito in un tempo in cui le divisioni sociali erano ancora più marcate di oggi a fare una brillantissima carriera grazie alle sue grandi doti professionali e umane. Non dimenticherò mai quando ho letto che lui era il relatore della tesi di dottorato di Crofton e Walton, i quali costruirono il primo acceleratore di particelle con cui vinsero il nobel. Ebbene lui rifiutò di mettere il suo nome nell'articolo perché era un lavoro loro.

Fu il primo a costruire un laboratorio internazionale, molti premi nobel hanno lavorato con lui e lo sono divenuti grazie al suo aiuto. Morì per una ernia strozzata e fu il primo non nato nel regno unito ad essere seppellito a Webmister abbey.

Oggi cercavo la sua tomba, vicino a quella di Newton, ma purtroppo la navata era chiusa perché domani è il 71-esimo anniversario della battaglia di Inghilterra. Molte sedie erano state lì disposte. Un gentile custode si è accorto di me e capito quanto ero interessato mi ha portato nella zona vietata.

Lì ho trovato Lord Rutherford, accanto al suo maestro J.J. Thompson, vicino a Faraday, Huygens, a Lord Kelvin e forse a qualcun altro del gotha della fisica inglese e mondiale. La sua pietra era piccina piccina, sopratutto se comparata a quella di ignoti abati dell'abbazia o di parenti sconosciuti dei reali di Inghilterra. Perfino Caucher ha una tomba modestissima, e non perché è stato il padre della letteratura inglese, ma perché lavorava in Webminster abbey! Lì davanti a quel piccolo insignificante pezzo di marmo, nascosto oggi dalle sedie e più in generale ignorato dai più non posso non pensare al grande contributo che ha dato quest'uomo alla scienza. Se oggi pensiamo che la scienza sia un fatto globale, se abbiamo laboratori internazionali con un melting pot di persone che arrivano dalle varie parti del mondo, dobbiamo ricordare che il suo è stato il primo laboratorio internazionale, dove vi erano inglesi, russi, danesi e tanti altri ancora.

L'unica cosa che mi è venuta in mente stamani è un semplice:grazie!

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