martedì 29 maggio 2012

Georgia on my mind

Dove è la Georgia? Proprio sopra la Florida. Tutti conoscono magari Atlanta, sede delle olimpiadi del 1996, famosa roccaforte sudista nella guerra di secessione. Ma un pò più giù, c'è invece una cittadina di 130.000 anime, chiamata Savannah.

E' una delle città più belle viste negli Stati Uniti. Si arrese all'esercito nordista e per questo non fu bruciata come tutte le altre. Conserva ancora dunque quell'architettura tipica, propria dei film alla Via con il Vento.
Vicino Savannah, nel mezzo del verde di questa terra bellissima abita Bob, il nostro ospite. Un pastore anglicano che guida attualmente una chiesa luterana. Bob è una persona meravigliosa, acuto, intelligente, vivace, spassosissimo. Ha una stupenda famiglia con tre figli, otto cani, tre cavalli, due lama, qualche pappagallo, un tacchino e un maiale timido. E' professore all'università e manda inoltra avanti la sua comunità religiosa.

Siamo stati suoi ospiti per tre giorni, avendo così una vera esperienza americana. Eh sì perchè gli USA non sono solo o non sono affatto quelli di Time Square, delle grandi città. L'america è ancora un paese molto rurale e gran parte della popolazione non vive in una grande metropoli. Magari vicino, ma non dentro. E chi meglio di Bob ci può portare a conoscere queste persone?

Cominciamo dalla fauna animale. 8 cani! Tutti tranne uno salvati dal boia, adottati da un canile. Lo ammetto, non sono mai stato un grande amante dei cani, forse perché quelli di città sono più incattiviti di quelli di campagna. Da ragazzino giocavo con un collie stupendo. Qui ho ritrovato quelle bestiole, una in particolare. Un cane bellissimo, ma sordo, di una incredibile dolcezza e affettuosità. Mi mancherà tantissimo.

Siamo andati alla partita di pallone del figlio tredicenne. Il gioco si sta affermando, ma il soccer americano sta al football come il rugby al calcio. Fair play, cortesia, e tanta voglia di migliorare.

Abbiamo incontrato e parlato con i suoi amici, siamo stati invitati ad un autentico barbeque americano. La gente del sud è veramente molto ospitale, parla uno slang terribile, ma è molto gentile. Le case sono tutte meravigliose,  e costano veramente poco confrontate agli standard italiani.

Ma il momento più significativo è stata la messa. Abbiamo insistito per andare. Un paese che ha il 95% di credenti e l'80% di praticanti è un paese che non si può capire senza andare la domenica a messa. Di Chiese ce ne sono moltissime, di diverse forme, fatture, e confessioni. Sono praticamente tutti cristiani, ma ci sono i Cattolici, i Battisti, gli Anglicani, i Luterani etc etc. Sottili differenze. Colpisce subito l'idea di comunità in cui tutti si conoscono, e alla quale il pastore si rivolge commentando la settimana. Volevamo essere invisibili ma lì non è proprio possibile, dal pulpito ci ha additato subito come amici venuti dall'Italia.

L'Italia. Qua è una parola magica. Gratta gratta trovi sempre quello con la radice italiana. Ma sopratutto per loro l'Italia è il paese dell'arte, del cibo, di Roma, di Venezia. Bisogno andare in America per sentire parlare bene del nostro paese.
Tutti quanti ci sono venuti a salutare. La messa è dinamica, la predica si chiama sermone ed è molto più interessante delle nostre. C'è una ragione: anche tra chiese c'è concorrenza. Se non si è bravi, se non si è attenti alla propria comunità, se non si ha una certa forza oratoria si svuota. Inoltre loro finanziano la propria chiesa. E alla fine del rito del giorno si trova il rendiconto aggiornato delle ultime iniziative, entrate e uscite.

Sarà l'atmosfera bucolica, sarà che qua con questi spazi aperti si è più rilassati, ma tutto sembra più vivo, più spirituale, più partecipato, più genuino. In qualche modo in questa chiesetta protestante di un piccolissimo paesino della campagna georgiana, ci si sente molto più vicini a Dio che in ogni altro posto ove sia stato.

Si arriva al sud prevenuti, stati conservatori, schiavisti, antiabortisti, favorevoli alle armi, alla pena di morte, razzisti. Tutto vero magari. Ma come al solito come non tutti gli italiani sono stati Berlusconiani, così non tutti i sudisti sono tali. Anzi qui ho conosciuto alcune persone interessanti, simpatiche, aperte e generose.

Partiamo tristi, una parte di noi è rimasta qua, nei canti della chiesa, nel barbeque, nel latrare dei cani, negli spazi verdi e aperti, e nelle magnifiche case coloniche.

Georgia on my mind...

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