domenica 3 luglio 2011

I sì TAV

Si parla tanto dei No TAV. Quelli contro i treni ad alta velocità in Val di Susa. Ma niente dei Sì TAV, quelli a favore dell'alta velocità transeuropea. Ci sono? Credo proprio di sì e penso siano molti di più dei no. Sono solo più silenziosi.

So che vicende di questo genere non si possono mai giudicare in modo manicheo e che ragioni e torti stanno un pò qua e un pò là. In questo caso però mi sfuggono le vere ragioni di opposizione.

Gli abitanti della Val Susa li posso anche capire. Non fa piacere vedere lavori imponenti nel proprio angolo di paradiso. Anche se qui non costruiamo una centrale nucleare o a carbone, facciamo un buco per un treno.

Se fossimo stati contrari ai tunnel non avremmo fatto i trafori delle Alpi, non saremmo stati in collegamento con le altri nazioni europee. Cosa ha questo di diverso? Ho sempre pensato che i treni fossero uno dei migliori sistemi di trasporto. Sono economici e inquinano poco. Uno dei mali storici del nostro paese è la mancanza di infrastrutture. Provate a prendere un treno nel meridione di italia e poi ditemi. Provate ad andare a Genoa da Roma e ne riparliamo.

Noi trasportiamo merci e persone su gomma, pericoloso, costoso, inquinante. Certo qua siamo un pò di passaggio, una tratta che corre dall'Ucraina al Portogallo, ma che rappresenta un grande corridoio che attraversa l'Europa e che si ferma da noi. In nessuno degli altri tratti esteri si sono manifestati problemi.

Ma se allarghiamo l'orizzonte oltre i residenti della Val Susa troviamo un variegato mondo di contrari per professione. Gente che è contro la modernità, e sovente anche contro la scienza. Il progresso è guardato con diffidenza. Sono i signor no. Moderni anacoreti che pensano che la salvezza sia il regionalismo, percorrendo così a ritroso la freccia della storia.

Già le repubbliche marinare in Italia avevano la vocazione alla globalità. Cosa ne sarebbe della nostra economia senza l'export? Siamo uno dei primi esportatori del mondo di prodotti alimentari, di moda, di gioielli e altri generi di lusso. Se veramente cadessimo in una logica regionalista la mozzarella di bufala la potrebbero produrre ovunque, il Brunello lo dovrebbero bere sono i toscani. Senza i commerci, senza un mercato globale a chi venderemmo le nostre merci? Ci conviene veramente questa visione?

Nel paese che manca di infrastrutture non si riesce nemmeno a costruire una ferrovia. Figuriamoci gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Forse ci dovremmo interrogare dove vogliamo andare. Se pensiamo di andare avanti le infrastrutture servono. Possiamo discutere di tutto, di come sono finanziate, di quanto costano, di dove sono collocate. Ma l'unica cosa che non possiamo accettare è il non fare nulla perché qualcuno sarà sempre contrario.

E sopratutto la cosa che non posso tollerare è la violenza, verbale e fisica. Gandhi ha sconfitto l'impero britannico con la non violenza, forse questi dovrebbero leggere qualche libro di storia.

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