Il mare è bello e stare
in un hotel a 5 stelle davanti al bagnasciuga, con tanto di spiaggia attrezzata
è fantastico. Certo sarà spersonalizzante andare in un albergo mastodontico ma è comodo assai. Siccome però le conferenze finisco abbiamo deciso di
passare qualche giorno extra a Culebra, piccola e rinomata isoletta vicino a
Portorico. Ti accorgi che qualcosa non va in questo paese, che aspira ad essere
il 51-esimo degli Stati Uniti perché non riesci a capire come andare lì.

Ora io dico possibile che ne’ in albergo,
ne’ l’ufficio del turismo, ne’ chi noleggia auto ci abbia detto nulla? Il
turista porta soldi, ma non deve recare anche rogne e fatiche. E’ un popolo che
non si sforza non si stanca, non si stressa. La pulizia è un optional. Passi per
il cuoco rasta, per la sabbia nella stanza, per le cucine che chiedono uno
sgrassatore, per le condizioni igieniche manifestatamene carenti, ma un
avventore con uno scarafaggio addosso nel ristorante non lo avevo mai visto!
Insomma stupende le spiagge, bellissimo il mare, ma ragazzi datevi da fare, qua
sembra una bidonville. Potreste avere un giardino e invece…
Su un chiosco c’è scritto
“Open some days, closed others”. Direi che rispecchia la filosofia dell’isola.
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