mercoledì 3 aprile 2013

un mestiere bellissimo

Molte volte mi dimentico dell’unicità e della bellezza del mio lavoro. 

Deve essere quando lavoro di sabato e domenica, di norma avviene intorno al 27 del mese, oppure la sera dopo cena che sto ancora davanti al computer a leggere articoli. Capita quando non funziona niente e vedi che si è fatto già tardi. Succede dopo che sei rimasto a cercare di prendere dati fino a mezzanotte e non hai nulla. 
E poi tutte le volte che ti imbatti nella burocrazia, nei perversi meccanismi che regolano la distribuzione dei fondi di ricerca. Ma ovviamente nulla è di più desolante di certi spettacoli offerti da alcuni docenti.


Capita così che la quotidianità affoghi il bello del mio mestiere e devo andare ad una conferenza a Portorico per ritrovarlo. E non parlo solo della fortuna ad essere ammesso ad un così importante consesso in un luogo bellissimo. Ma anche e soprattutto della opportunità di potere discutere con tante persone così diverse e così competenti, di cui magari hai letto molti articoli ma non hai idea della faccia che hanno. 

E non c’è carburante migliore di vedere chi ha avuto una brillante idea che non conoscevi e poter dire: che fico, emozionante, bellissimo. Ragionavo in aereo che è il mio ottavo viaggio intercontinentale, la sedicesima tratta. Il mondo non mi è mai parso tanto piccolo.


Delle volte me lo scordo ma io faccio un mestiere stupendo.

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