
C’era qualche personaggio conosciuto e tra questi non potevo non notare Franco Pacini. Le sue frequentazioni televisive, il suo volto cordiale e affabile, la sua parlata inconfondibilmente toscana lo hanno sempre reso riconoscibilissimo. Almeno per me che da ragazzino e da adolescente lo sentivo parlare alla TV delle stelle e dell’osservatorio di Arcetri di cui era direttore. Lo ascoltavo e mi stregava, lo immaginavo a scrutare il cielo con un senso di fanciullezza che il suo essere trasmetteva.
Ecco quel giorno verificai di persona il candore della sua anima. Era vicino a noi, intento a parlare vicino ad un muro e aveva acceso la pipa. Dopo un po’ cogliemmo nell'aria un pungente odore di bruciato. Ci girammo e notammo del fumo uscire dalla sua giacca. Dopo un momento di smarrimento anche lui si accorse che stava andando a fuoco. Il fisico distratto aveva riposto la pipa ancora accesa!
Ora questo già basterebbe a farne una persona simpatica ma ciò che disse dopo fu ancora più esilarante. Si doleva che sarebbe stato rimproverato dalla moglie perché quella era la terza giacca che bruciava!
Leggendo che oggi è morto lo voglio ricordare così, con la sua giacca fumante e il suo volto sorridente. E mi piace pensare che abbia amato troppo le stelle per avere paura della notte!
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