sabato 14 gennaio 2012

Approssimativi

Trovo che la stampa sia molto approssimativa. Questa cosa manda in bestia una mia cara amica, che fa la giornalista. A proposito, è sua la firma della storia di copertina del Venerdì di Repubblica di questa settimana sulle carte di Moro. Una bella soddisfazione!

Io lo vedo come lavora. Viene pagata pochissimo per quello che fa, deve stare dietro ad un sacco di cose, lavora anche in vacanza e i weekend. Non è facile. E dunque magari qualche errorino può capitare.

Quello che non capisco è la totale imprecisione nelle notizie che hanno i suoi colleghi. Prendiamo l'efferato fatto di sangue avvenuto a Roma poco tempo fa. A secondo del giornale che si leggeva la povera bambina aveva 6, 9 o 12 mesi. Avrà avuto una data di nascita?

Veniamo alla tragedia di ieri. Una nave che naufraga in serata, non nel mezzo dell'Atlantico, ma a pochi metri dalla riva.  E' un evento difficile da ricostruire? Non credo.

Ma che ora era? Sullo stesso giornale articoli diversi hanno orari diversi. Caro Corriere, erano le 21 o le 22? O forse le 21.30 come dice un intervista su Repubblica? Meglio stare sul generico come fa qualcun altro, ora di cena va sempre bene.

Ci sono poi le testimonianze riportate tra virgolette. Ora tra 4300 persone ci saranno anche state quelle che avevano qualcosa da raccontare. Perché riportare nelle poche righe che ci sono la testimonianza di chi dice, 'la nostra vita è rovinata, abbiamo perso tutto'? E porca miseria e quelli del terremoto dell'Aquila allora? Avrete perso un paio di pareo, dei costumi da bagno, qualche vestito al massimo, la macchinetta fotografica e l'iphone!

Ma c'è anche chi se la prende con la ricettività dell'isola del Giglio," nemmeno un bicchiere di latte". Ma come, una isola dove abitano 1000 persone, viene presa d'assalto da altre 4300, aprono tutto, scuole, chiese, palestre. Ma come si fa a pensare che siano attrezzati per una tale necessità? Riportiamo per favore i dettagli, la storia vera.

Per esempio, i morti annegati, sono caduti, si sono buttati in acqua? Queste sono le domande che un giornalista si dovrebbe fare, non stare dietro ad ogni pettegolezzo. E i dispersi sono i 50 del Corriere o i 70 di Repubblica?

Non è pignoleria. Questi fatti sono semplicissimi da raccontare. Non serve un background particolare. Adesso prendiamo queste professionalità e facciamogli raccontare qualcosa di scienza.

Brivido!

Eppure oggi molte cose andrebbero raccontate al grande pubblico. Primo perché la ricerca deve essere finanziata e dunque il cittadino contribuente avrebbe il diritto di essere informato su come si spendono i propri soldi. Ed inoltre perché alcune scoperte, alcuni campi, hanno delle sovrapposizioni con l'etica e delle volte l'educazione religiosa.

Ma con tale approssimazione, rischiamo che si scriva che i bambini li porta la cicogna!


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