sabato 11 febbraio 2012

15 anni


Domani mattina parto per Amburgo. Sono passati 15 anni dalla prima volta che sono andato ai laboratori di DESY ( Deutsches Elektronen-Synchrotron ), era il febbraio del 1997. Cosa è cambiato e cosa invece è rimasto uguale?
Allora Amburgo mi apparve subito per quello che è. Una città a nord della Germania, dove a Febbraio il tempo è inclemente e la temperatura rigida. Grigia come il cielo che la sovrasta. In quella circostanza non ebbi molto tempo per vedere la città. D’altronde fare il turista non mi interessava punto. E poi la città anseatica è veramente godibile solo con il bel tempo. I suoi canali, le passeggiate lungo il lago, il giardino di Planten und Blumen, la vita serale nelle strade di Altona e quella notturna di Repperbahn si godono appieno solo quando non piove, meglio ancora con il sole. Fare il metereologo ad Amburgo è una professione tranquilla. Dite che pioverà e quasi al 70% ci avrete azzeccato, in qualunque stagione dell’anno.
Anche la prima sera che giunsi là pioveva. E’ vivo nella mia mente il cartello che annunciava DESY che vidi entrando. Quel cartello è stato cambiato qualche anno fa con un altro più luminoso, ma ne conservo una foto, da cui noto che ho la stessa giacca di allora, materiale resistente!
Alloggiavamo insieme in un appartamento da 4 posti letto dentro il laboratorio, si chiamano Guest-House. Ce ne sono in molti laboratori del mondo e consentono ai ricercatori di stare in un ambiente caldo e pulito, sebbene spartano, spendendo poco. C’erano due bagni e anche una cucina. Le Guest-house le hanno ristrutturate e sono tutte camere singole con bagno adesso, mentre la cucina rimane in comune.
La vecchia sala controllo mi pare oggi uno sgabuzzino, piena di fili, di strumentazione, con computer dai monitor enormi. Oggi esiste invece una struttura avveniristica, enorme, con poltrone comodissime e schermi ultrapiatti. Alla fine facemmo un bel lavoro. Eravamo soddisfatti. Prima di partire scattai un pò di foto, per ricordare quel viaggio nel paese delle meraviglie che era un grande laboratorio di ricerca. Le avrei tenute come un ricordo caro se non fossi mai più tornato là. Vi tornai invece decine di volte e continuo a farlo.
Anche la compagnia è leggermente cambiata, i tecnici del gruppo non vengono più perché le nuove normative sulla retribuzione delle missioni all'estero non sono considerate soddisfacenti per abbandonare le famiglie una settimana. Michele, che è stato il relatore della mia tesi e il mio mentore è in pensione. Gli pesa sempre di più ma ancora viene quando ci sono misure importanti come queste. Ha passato la mano e adesso mi tocca fare il responsabile di questo esperimento. Credo che anche questa volta discuteremo animatamente in sala controllo su cosa fare, quali dati prendere etc, attirando l'attenzione dei nostri colleghi tedeschi. Non dico che siamo attesi su quel palcoscenico ma poco ci manca. Siamo fatti così, è un sodalizio che si è sempre rivelato produttivo. L'unica differenza che noto con il passare del tempo è che una volta lui aveva ragione il 100% delle volte, anche quando a me non pareva. Ora ogni tanto capita anche a me di essere nel giusto.
15 anni sono un lungo periodo, la mia vita è profondamente cambiata, eppure ogni volta che entro lì dentro mi pare che il tempo si arresti. Per una settimana si è fuori da tutto, una specie di ritiro spirituale. Il mondo è assente, finanche distante. E tutto il mio universo si avvolge intorno a quell'esperimento, pianificato, simulato, studiato, e che si deve dipanare in così poco tempo. 
L'ardore giovanile ha lasciato il posto ad una più matura consapevolezza, un pò come un dottore che si iscrive a medicina perché pensa di potere curare il mondo e poi scopre invece che seguire un solo paziente è già un miracolo. Ma quello che non è cambiato è l'amore per quello che faccio e la dedizione con cui lo porto avanti. 15 anni sono un attimo se ti stai divertendo.

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