mercoledì 22 febbraio 2012

il possibile e l'impossibile

Diceva Goethe che solo chi pensa possibile l'impossibile è in grado di scoprire qualcosa. Dunque lo scienziato anche in presenza di risultati "forti" deve mantenere i nervi saldi e pensare che forse anche le cose più stravaganti possono essere possibili.

Il primo fisico che osservò i raggi X ha un nome che nessuno ricorda. Dimenticò delle lastre fotografiche vicino un tubo a raggi catodici. Le trovò impressionate. Non pensò possibile fosse il tubo e così tutti oggi ringraziano (giustamente) Roetgen per la scoperta dei raggi X.

Serendipità. Parola magica che vuol dire non solo avere fortuna ma saperla riconoscere. L'esperimento Opera del Gran Sasso non è stato costruito per misurare la velocità dei neutrini. Ma si è trovato a farlo.

Si tratta di una misura estremamente difficile. Ne avevo già parlato http://futuroposteriore.blogspot.com/2011/09/sopra-un-raggio-di-luce.html

Oggi esce la notizia che pare che ci sia stato un errore sperimentale. Una fibra ottica non bene cablata. Non ho capito bene la cosa e forse solo nei prossimi giorni avrò i dettagli.

Rimane quanto avevo già osservato a settembre. Qua si tratta di misure indirette. Si prende un numero e poi si sottraggono diciannove (19!) contributi che tengono conto degli errori sistematici, movimento della terra, propagazione del segnale radio nella ionosfera, etc etc. Non c'è una verifica di controllo. Come si fa a dire se i contributi sono 20 o 21 e non ci si è dimenticato di qualche cosa?

Solo un esperimento ripetuto in una altra parte del mondo potrebbe dire una parola in qualche modo più conclusiva.
Ad onor del vero devo dire che i colleghi che hanno fatto l'esperimento e scritto l'articolo sono stati i primi a chiedere una verifica terza e a sottolineare come il carattere particolare della misura doveva far considerare il risultato non come una certezza ma un qualcosa in divenire. Ciononostante non posso non pensare che ci sia in questo un tarlo della nostra società scientifica.

Le smentite fanno parte della storia della scienza. Molti hanno scambiato le lucciole per lanterne. Quello che però accade oggi è molto connesso al modo in cui è finanziata la ricerca. Si cerca a tutti i costi di avere un risultato sensazionale. Se ne parla molto e poi finisce nel dimenticatoio. Intanto però ha acceso un faro, è servito magari a raccogliere finanziamenti, e quando poi arrivano le smentite i soldi sono già spesi.

Su questo forse ci dovremmo interrogare. La scienza non è come la politica, non vive di annunci! Non deve cercare il consenso a tutti i costi perché una società evoluta che non si renda conto dell'importanza del sapere è destinata solo a regredire, economicamente e socialmente. E questa tendenza si combatte con la credibilità e la serietà dei risultati.


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