giovedì 6 ottobre 2011

Bilancio di un mese straordinario

Alla fine sì, sono un privilegiato. E' stato un caso, un affollamento di impegni imprevisto, che mi ha portato in quattro paesi in un mese. In fin dei conti l'anno scorso non ero andato a nessuna conferenza.



Prima conferenza, la civettuola San Sebastian, Spagna, Paesi Baschi. Regione strana, lingua incomprensibile, soggiorno piacevole ma non la sceglierei mai per le mie vacanze. Grandi alberghi che costeggiano una lunghissima lingua di sabbia resa ora esile ora vasta dal gioco delle maree. Ma sopratutto tanta, troppa gente.


Per la seconda è stata la volta della dinamica Londra. Bella, organizzata, efficiente, aristocratica. Con dei trasporti favolosi, ma molto cara. Ha un fascino particolare con i suoi monumenti viventi, castelli che sono ancora di una casa regnante, Westminster Abbey dove si sposano i principi e vengono incoronati Re e Regine. L'Università dove c'era la conferenza era anch'essa suggestiva, ispirata al famoso castello francese di Chambord. Ma santo cielo quanto è schizzata la gente, nella City sembrano schegge impazzite, bollicine di gas in una bevanda frizzante appena aperta la lattina.


Quindi una delle più belle esperienze, andare a fare lezione ad una scuola del Cern, nella cornice di una isola dell'Egeo, Chios.


E' sempre emozionante partecipare come docente a questa scuola, quando 13 anni fa sedevo tra i banchi come studente, conoscere altri docenti e anche gli studenti che sono un melting pot di paesi e culture differenti. Chios sembra l'Italia descritta da Guareschi in Don Camillo. Molto provinciale, diciamo un pò arretrata? Chiusa intorno alla sua città principale, regala spazi immensi dove si possono percorrere chilometri senza incontrare anima ne' macchina. Famosa per il mastica, una resina estratta dagli alberi da cui ricavano liquori e caramelle. Sa un pò di idrocarburo e non incontra il favore dei non greci.

Infine un workshop nella sempre umida Amburgo. Qui sono di casa, conosco tutti, eppure imparo sempre qualcosa.

Ho incontrato nuove persone e rivisto quelle già note. Ho imparato molto e mi sono fermato a pensare su quelle che sapevo, o pensavo di sapere. Bisogna avere paura di quello che sappiamo non di ciò che non sappiamo diceva qualcuno. Ma sopratutto, oltre alla dimensione professionale che è stata ovviamente importante, ho aperto una finestra su diversi paesi, sulla gente che vive lì, come si veste, cosa mangia, cosa pensa e spera.

E sono esperienze che aiutano a sprovincializzarsi. Oggi i giovani hanno molte possibilità di viaggiare e anche di lavorare all'estero. Sono occasioni da non perdere. Il confronto con altre culture, altri stili, altre organizzazioni del lavoro e della società ci permettono di apprezzare meglio quello che abbiamo qui e di capire cosa va corretto. Fossimo uno stato stanzierei risorse per permettere a chiunque di potere fare una esperienza lavorativa o di studio oltre le alpi. sono certo che questo migliorerebbe molto le persone e la società

Sono un privilegiato. Alla fine il mio lavoro mi permette di essere un cittadino del mondo, di stare in contatto con persone che popolano i quattro angoli del pianeta.

E' vero non mi pagano molto per farlo, ma ci cose che non si monetizzano e danno tanto: le soddisfazioni. 

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