venerdì 12 agosto 2011

Il redde rationem di mister taglio lineare

Viviamo tutti al di sopra delle nostre possibilità e prima o poi arriva il conto.

Prendiamo la quotidianità. Moltissimi hanno una colf (da bambino si chiamava donna delle pulizie). Certo è comoda. Eppure quante sono in regola? Pochissime, è chiaro costa un sacco.
Vogliamo fare un sacco di corsi in tante università. Ma assumiamo i professori e li paghiamo come tali? No. Li facciamo fare ai ricercatori. Ma una TV al plasma? un Suv? non ce li vogliamo permettere? A rate si intende...
E come nazione abbiamo un debito che è pari a 1,2 volte la ricchezza che produciamo. Dunque non si può mai ripianare e lo possiamo pagare facendo altri debiti.

Sapevo che il redde rationem sarebbe arrivato ma non mi aspettavo così presto e sopratutto speravo non fosse gestito da mister Taglio Lineare. In Italia, spesso, il fatto di occupare una posizione, in questo caso ministro dell'economia, è di per sè indice di competenza. Negli ultimi 10 anni, 8 manovre finanziarie le ha partorite l'attuale condomino del dicastero dell'economia, Tremonti. In questo periodo è riuscito nel poco edificante risultato di scassare i conti già disastrati del nostro paese. Qualcuno si ricorda il triennio dopo l'11 settembre 2001? Ogni anno il caro ministro scriveva nel documento di programmazione economica che saremmo cresciuti del 3% di PIL l'anno, roba che non si vede in Italia dagli anni 60. E ogni anno siamo cresciuti poco più di zero. Alla fine in un decennio non siamo cresciuti affatto.

Se prevedi di avere entrate che poi non hai, il tuo deficit aumenta e anche il tuo debito. Dalla fine del primo governo Prodi il debito pubblico è aumentato di un altro 15% circa.

Messo davanti all'esigenza di far quadrare i conti dall'europa, qui il nostro superministro ha dato il meglio di se'. Ha partorito il "Taglio Lineare". Che vuol dire? Taglio a tutti, buoni e cattivi, virtuosi della spesa o mani bucate. Taglio indipendentemente dagli obiettivi raggiunti o da raggiungere. Prendo e tolgo a tutte le università italiane il 20%. Secco. Tolgo a chi pubblica su riviste internazionali o su settimanali femminili (esistono!). Sei stato bravo? Hai amministrato bene? Non importa. E faccio lo stesso con le regioni, con le amministrazioni locali etc. Il metodo più antimeritocratico del mondo: il taglio lineare. Non analizzo le situazioni, non entro nel merito delle dinamiche di spesa. Prendo e sbarro una rigra.

A Luglio ha fatto una manovra che era ridicola, prevedendo i risparmi per l'anno dopo le elezioni. Ma il bluff è stato scoperto e adesso si corre ai ripari. E a chi si chiedono i sacrifici? Ai soliti noti.

Cominciamo dagli autonomi. Quelli con i redditi alti avranno una addizionale di imposta. Mi metto nei loro panni. Già solo l'1% degli italiani dichiara tali redditi (ma quante macchine di lusso, barche, vestiti firmati in giro...) . E a questi che lo fanno per forza o per convinzione gli si dice: bravo fesso, adesso ti tassiamo ancora di più. Molti si lamentano che le tasse siano alte. Vero. E dietro questa scusa si trincerano per non pagarle. Ed allora un pò di coraggio. Abbassiamo le aliquote per il lavoro autonomo, non lo strozziamo con le tasse. Premiamo la loro intraprendenza imprenditoriale, il fatto che creano ricchezza e posti di lavoro. Ma siamo inflessibili con chi non paga le tasse. Togliamo l'alibi del troppi soldi allo stato. Se ti becco che evadi ti chiudo, ti sequestro la casa, ti pignoro il pigiama. A te e a tutti quelli che ti hanno aiutato. Facciamo terra bruciata. Premiamo chi denuncia gli evasori. Caccia alle streghe? No, si tratta di civismo. Perché quando un ospedale chiude perché non abbiamo i soldi per tenerlo aperto capita che non li abbiamo perché non tutti danno il loro. Inoltre è anche concorrenza sleale verso chi le tasse le paga. E allora con queste persone tolleranza zero. Ripeto, abbassiamo le tasse e facciamole pagare. I metodi ci sono. Non è demagogia, è democrazia.

Si parla, questo è il governo dell'annuncio, di togliere le tredicesime agli statali. Parliamoci chiaro. Se vivo in una casa con una famiglia numerosa e un membro mani bucate si ipoteca la baracca per i suoi agii, prima mi devo mettere le mani in tasca e poi possiamo discutere, con un tetto sopra e non in mezzo alla strada. Dunque siccome so che un debito va ripagato sono pronto a fare dei sacrifici per il mio paese. Perché alla fine io amo questa nazione, mi stanno sulle palle solo gli italiani!

Ma che siano sacrifici una tantum. E sopratutto che pagata l'ipoteca io possa prendere il responsabile e dirgli: adesso fuori di qua. E' questo il caso? Non mi pare proprio. Negli ultimi due anni io ho perso 5000 euro tra mancati aumenti e minori entrate a causa del cambio delle politiche di rimborso dei periodi all'estero e del blocco degli stipendi. Non sono pochi per il mio reddito. E adesso mi si chiede anche di fare fuori la tredicesima. Perché? Con che coraggio? Ad uno che lavora quasi il 50% in più delle sue ore di contratto non retribuito, ad uno che tiene un corso all'università non pagato, ad uno che non ha tempo nemmeno di fare una partita a tennis con un amico perché ci sono dei periodi in cui lavoro non ti lascia nulla. Ad una persona che è entusiasta di quello che fa perché gli piace e non incrocia le braccia perché incazzato con il mondo, ma anzi cerca di fare in modo che il suo agire possa, per quel poco che conta, migliorare questo mondo.

E poi si toglie ai meno meritevoli? Giammai. si toglie ai dipendenti di quelle amministrazioni non virtuose, come se loro fossero i responsabili della gestione, sovente politica. Si mette un boiardo di stato megapagato totalmente incompetente e poi si fanno pagare agli altri le sue magagne? Mi pare che non ci siamo...

Il problema è che i politici vivono su un altro pianeta, pasteggiano ai ristoranti pagando un euro, hanno redditi e entrate che li distanziano anni luce dai normali contribuenti o dalla classe media. e se tu non conosci un problema, io te lo posso pure spiegare, ma bisogna viverle le situazioni non farsele raccontare.

Bisogna stare in mezzo alla gente, bisogna usare i mezzi pubblici, gli aerei alitalia, gli aeroporti civili, i treni, bisogna andare in auto non nelle corsie preferenziali, bisogna andare a fare la spesa, andare dal dottore quando si sta male a fare la fila, aspettare mesi per una analisi. Quando vedrò che ci si comporta così allora potrò pensare che stiamo facendo tutti dei sacrifici e il mio contributo sarà dato con solidarietà. Per adesso a me pare solo la storia del congiunto spendaccione a cui dobbiamo di necessità ripianare un debito. E la cosa mi sta molto sulle palle.

1 commento:

  1. Ciao Alessandro!
    Solo un commento sui politici:
    secondo me stragrande maggioranza di loro sono in politica proprio per NON dover usare i mezzi pubblici, NON dover fare la sopesa come gli altri, NON fare la fila dal dottore, in ospedale etc etc...
    Temo che in tutti loro (ma anche nella stragrande maggioranza degli italiani) sia venuta a mancare l'etica.
    Etica nella vita pubblica, ma anche in quella privata, ovvero non abusare della propria posizione e/o del proprio potere per il proprio tornaconto.
    Tutto cose che sembrano lontane anni luce!
    Per troppi anni si è detto che pur di avere soldi e successo vale tutto. Questo è il risultato. Vogliamo chiamarlo berlusconismo? Forse: resta il fatto che l'acqua (marrone) è sempre più alta... ma non per tutti!!!
    Ciao!
    raffaele

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