martedì 21 dicembre 2010

Ei fu

E' morto Enzo Bearzot. A molti giovani questo nome non dice nulla. Per me è legato ad un mondo diverso.

Ognuno credo trovi una età dell'oro nei tempi della sua giovinezza. Io non faccio eccezione. Il calcio del 1982 era un altro pianeta. Le squadre avevano 11 giocatori e 5 riserve. Le partite si giocavano tutte alla stessa ora, alle 14:30 in inverno, alle 16 in estate. La radiolina era il nostro compagno della domenica. Gli spalti erano sempre "gremiti al limite della capienza" e la ventilazione "inapprezzabile" nelle cronache di Sandro Ciotti.
Non vedevamo nulla, immaginavamo solo.

Alle 18:15, al novantesimo minuto in estate, c'era Paolo Valenti e novantesimo minuto. Finito questo alle 19 c'erano 30 minuti di sintesi della partita più importante. Durante la settimana si parlava d'altro, la champion si chiamava Coppa Campioni e la giocava una sola squadra per nazione. Di calcio estero non si parlava molto ne' si vedeva nulla.

Il mondiale del 1982 è stato il più bello. Italia Brasile la partita delle partite. L'ho rivista di recente. Non si faceva pressing, ogni azione era di attacco. Era una calcio più istintivo, molto meno fisico, più geniale e molto più divertente.

La finale la vidi a Santa Marinella, avevamo un piccolo televisore in bianco e nero. Al goal di Rossi gridai e mia madre arrivò come al solito per reprimere l'urlo. Al che mio padre l'apostrofo:"se non avesse strillato non sarebbe stato normale!" Vidi la coppa del mondo in bianco e nero.
Che notte, Pertini che si alzava e festeggiava come un tifoso, davanti al cancelliere tedesco ingessatissimo. E poi la partita a carte sull'aereo con Causio, Zoff e Bearzot. E il presidente che non voleva perdere.

Fu una grande impresa perchè vincemmo con merito giocando un gran calcio. Eravamo belli da vedere. Era una squadra che ci univa, nessuno pensava questo è della Juve, quello dell'inter. Si gridava Forza Italia. Neanche questo si può fare più...

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