giovedì 9 giugno 2011

un sorso di privato

Chi mi conosce sa come la penso sul pubblico e sul privato. Di principio io sarei anche favorevole alle privatizzazioni, anzi c'è stato un tempo che ero molto favorevole.

Però mi rendo conto che come un bravo allenatore capisce che mettere in campo una squadra solo in base agli schemi prescindendo dal materiale umano disponibile è perdente, così il legislatore deve fare i conti con la longitudine e soprattutto con la latitudine. Una legge buona in altri paesi non funziona anche in Italia.

Ed il problema è sempre lo stesso: da noi non ci sono regole. O meglio ce ne sono anche troppe (che è come non averne) e non valgono per tutti.

Prendiamo la privatizzazione delle Autostrade. Un grande affare per chi le ha comperate. Lo stato ha dato via una società in attivo che produceva un utile su un servizio, non su un bene. Il privato si guarda dall'investire in manutenzione, nel miglioramento della qualità, nella costruzione di nuove tratte. Amministra tutto con l'unica stella polare del profitto. Lecito se si tratta di un bene, meno se è un servizio e ci sono degli impegni da rispettare.

Una volta tutta l'acqua era pubblica. Adesso ci sono molte società a capitale misto. Il matrimonio privato pubblico è sempre di interesse. Il privato spunta condizioni molto favorevoli, i controlli sui suoi impegni sono sempre distratti e dunque il pubblico paga e il privato ricava. Il costo dell'acqua è molto aumentato negli ultimi anni, forse perchè il servizio è migliorato? Saranno gli acquedotti che adesso non perdono più?

Ci mancherebbe. La qualità degli acquedotti non dipende dalla gestione, ma sempre dalla latitudine. Il più perforato è al sud con capitale misto e il migliore è al nord completamente pubblico.
Il prezzo sale perchè la legge consente una remunerazione adeguata al capitale investito. Ovvero si può caricare la bolletta per rifarsi dell'investimento. E questo indipendentemente dalla qualità del servizio o dagli investimenti.

A me pare che l'acqua sia un bene troppo prezioso per essere privato. Perfino in Francia e Germania sono tornati indietro. Ci sono dei beni della collettività che vanno gestiti dal pubblico. Il pubblico non funziona bene? Va migliorato. Non va svenduto all'amico di bustarella che specula su un bene comune e ripartisce a noi le perdite e a lui gli utili.

Per questo domenica andrà a votare e invito tutti a farlo. Perché qua non si parla di destra o sinistra, si parla di una cosa concreta: di quale paese stiamo costruendo, oppure ahimè smantellando.


1 commento:

  1. voterò anche io sì a questi due referendum...
    ma magari si riferissero veramente alla privatizzazione dell'acqua...
    ;)

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