martedì 28 agosto 2012

Marcia indietro

Se ne va uno dei pionieri dell'astronautica di tutti i tempi. Il primo uomo a camminare sulla Luna. Sono nato l'anno dopo quell'impresa e la considero a tutt'oggi la più magica pagina della storia dell'umanità.
La sintesi di un decennio incredibile, segnato da nobili ideali e tragiche realtà, l'omicidio dei Kennedy, di Martin Luther King, la guerra del Vietnam, lo scioglimento dei Beatles!
Quell'impresa che rimane ancora oggi un capolavoro di creatività e avventura è stato per me l'apice del genere umano, lo spartiacque tra una cultura pionieristica, ardimentosa, avventurosa e un ripiegamento all'indietro che da lì in poi è iniziato. Le crisi del petrolio, le guerre locali, la mancanza di un ideale che non fosse il guadagno o la sopraffazione dell'altro, sono state da allora la stella cometa della nostra umanità. Chiamerei la mia generazione e tutte le seguenti quelle del costo, nel senso che tutto ha un costo, tutto è una spesa e nulla un investimento.

Ma solo io vedo che 40 anni fa eravamo sulla luna, avevamo il Concorde e si andava sopra l'oceano in poco più di tre ore ed oggi ci sono solo aerei lenti che impiegano una vita e per lanciare un uomo nello spazio (non sulla luna) non c'è nemmeno lo shuttle ma solo una capsula russa da Baikonur?

Ah sì parliamo al telefono anche dal bagno e sulle strisce pedonali, ma questo lo chiamiamo progresso? Ci possiamo circondare di tutte le insulse cose materiali che la pubblicità ci propina, ma resteremo sempre privi di quello spirito che è proprio del progresso, spostare la linea più avanti, girare l'angolo per vedere cosa c'è dietro, per andare là dove nessuno è mai stato prima!
Siamo diventati un gambero che avanza a marcia indietro. 

Penso ad Armstrong e mi chiedo se abbia mai pensato di essere stato un Colombo fallito. Una persona che ha aperto una via ma che poi non è stata più seguita. Se nei miei sogni di bambino ho pensato di fare qualcosa nella vita per spostare quella linea della conoscenza un pò più in là lo devo anche e sopratutto a persone come lui, che ci hanno dimostrato che nulla è impossibile se lo si vuole veramente.

Per questo, grazie Capitan Armstrong.

venerdì 24 agosto 2012

i luoghi della memoria

Ci sono luoghi che restano dentro di noi, posti dove il nostro vivere quotidiano si interrompe per lasciare il posto a pensieri tristi e forse alti. Sono luoghi silenziosi, sacri, sono simulacri della stupidità umana. 

Uno che ricordo è sicuramente Redipuglia, una costola della montagna adibita a tomba di 100.000 persone. Ma forse ancora di più è il cimitero americano a Omaha Beach in Normandia.

Sono stato lì da piccolo e ci sono tornato questo mese, due prospettive diverse eppure un solo pensiero: inutile. 

Diecimila croci, con nome e cognome (ove noto) e una data, quella di morte. Per molti è il 6 giugno 1944 ma tanti sono invece caduti nei mesi successivi. Perchè a dispetto dei film e della storiografia da wikipedia, quello sbarco è durato molti giorni e l'avanzata molti mesi. E tutti questi morti, tutte queste croci, le sofferenze delle famiglie che ancora depongono un fiore su alcune di esse, sono state alla fine inutili. 

E non perchè non servisse liberare l'Europa da quel nazista di Hitler. Ma perchè tutta la sua avventura è stata vana, alla fine i confini d'Europa sono rimasti quelli di prima, un popolo ha vissuto diviso per 50 anni e tutto perchè? Per la cecità dei cosiddetti buoni, per avere imposto condizioni capestro a Versailles e per non essersi resi conto (o averci giocato) di quello che capitava.

Guardando quelle scogliere scoscese, quelle spiagge ampie e senza riparo, penso a quei poveri disgraziati  che sono stati buttati su queste luoghi, penso al panico di coloro che li vedono arrivare, immagino la loro breve vita, l'essere o non essere separato dai pochi centimetri di una traiettoria di un colpo di arma da fuoco. 

Ho cercato quei posti che ricordavo da trenta anni fa. E ho rivisto il tempo scorrere rapido, pensando al tempo di chi non lo ho avuto. Ci sono luoghi della memoria che non andrebbero mai scordati.



giovedì 16 agosto 2012

un milione di miliardi di geni all'opera

Un milione di miliardi! Questa è la cifra che si è vista chiedere una persona che conosco come contributi arretrati dall'INPS.
Lui l'ha presa a ridere ovviamente, ma purtroppo c'è poco da stare allegri. A parte la considerazione che si tratta di una cifra pari a 100 volte il debito pubblico di tutti gli Stati Uniti, mi chiedo come è possibile non notare che si sta mandando un documento dove appare una numero con 15 zeri?? Possibile che è tutto così automatico? 

Nessuno firma, nessuno imbusta? E anche in questo caso è mai ensabile che il software non segnali i casi patologici? Per esempio se un contribuente deve più di 1 milione di euro al fisco possibile che non si accenda una spia rossa da qualche parte? Evidentemente è possibile!

Ma questo è solo un esempio della demenza della pubblica amministrazione. Scorriamo i tagli alla ricerca e scopriamo che l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), di recente alla ribalta per la scoperta della particella di Dio, verrà penalizzato più di ogni altro nella spending review.

A parte il fatto che non mi pare sano tagliare ciò che è stato abbondantemente potato, perchè per l'INFN il taglio è del 10% del bilancio? Sono tutti spendaccioni? Non producono nulla? Al contrario, sono tra i migliori! E allora?

Beh qua c'è stato un grande genio all'opera. Consideriamo l'energia elettrica utilizzata da ogni ente di ricerca e dividiamola per il personale. Viene un numero. Secondo i sapientoni del ministero più è alto questo numero più un ente è sprecone. Solo che l'INFN lavora con acceleratori di particelle che consumano certo molta più energia elettrica di qualunque altro strumento di ricerca. Se non consideriamo questa cosa siamo messi male. E' come dire faccio pagare un metallo un tanto al chilo, ma non distinguo se quello è un chilo di stagno o di oro! Complimenti.

Il problema grave è che possono cambiare ministri e governi, ma l'Italia è piena di metastasi, di cancri che si annidano nel pubblico sotto forma di consiglieri, di gabinetti dei ministri, di uffici tecnici per nulla competenti. E sono questi che fanno da filtro tra la realtà e un ministro. Questo è quello che ha portato la mancanza di merito, il clientelismo, il nepotismo. Persone incapaci in posti decisionali. Hai voglia a fare cure draconiane, a tagliare arti ad un paziente infermo. Il problema è che la chemioterapia non si può fare su tutta l'Italia dell'incompetenza. E così teniamoci questi geni all'opera. Ma quanti saranno? Parecchi ma non un milione di miliardi.

martedì 10 luglio 2012

30 anni dopo

11 luglio 1982 e 28 giugno 2012. Sono due date distanti tra di loro trenta anni e legata da una partita: Italia-Germania. Allora si trattava della finale mondiale, oggi della semifinale europea.

Ci sono tante cose che cambiano in un così lungo periodo di tempo, ma una è rimasta uguale: ho visto la partita con mio padre.

Nel 1982 avevo quasi 12 anni ed eravamo a Santa Marinella, in una casa in affitto per il mese di luglio. La TV era un piccolo Grundig a 14 pollici in bianco e nero, come tutte le TV portatili che si mettevano nelle case di vacanza. E davanti a quel piccolo video esultai per il goal di Paolo Rossi che sbloccò il risultato, con l'effetto di essere ripreso da mia madre, e difeso da papà:"se non avesse esultato non sarebbe stato normale", disse.

La tecnologia di casa Cianchi procede sempre un passo indietro. Nell'era dei TV a LCD, a LED, a plasma, dai miei genitori (e devo dire anche a casa mia) regge ancora un vecchio tubo catodico. D'altronde, se funziona perchè cambiarlo?

Anche questa volta eravamo solo lui ed io a vedere la partita, mia madre era intrattenuta da mia moglie. E non posso fare a meno di ripensare a questi trenta anni e come allora avrei detto impossibile rivivere quelle emozioni tanto tempo dopo. Questo lo devo all'Italia dell'europeo 2012. Grazie.

Certo quel campionato del mondo fu irripetibile, una squadra data per spacciata nel girone con Argentina e Brasile che arriva alla finale con la Germania, spreca un rigore e vince 3-1. Ho ancora nelle orecchie il triplice "Campioni del mondo" di Nando Martellini. Non ho provato quella gioia nemmeno nel 2006.

Forse perchè quei campioni erano sì ricchi e privilegiati ma non dei cresi come oggi. Forse perchè si correva di meno e si sorrideva di più, forse perchè i giocatori non sembravano usciti dalla playstation. In qualche modo erano più vicini all'uomo qualunque, non riempivano le pagine dei tabloidi e non ci si curava di chi fosse ad accompagnarli nel dopo gara.

Forse perchè nella partita a carte tra Pertini, Zoff, Causio e Bearzot ci rivediamo un pò tutti noi, una idea di normalità che oggi sparisce in un mondo che distanzia tutto, i giocatori dai tifosi, i politici dalle persone, i dirigenti dai sottoposti.



domenica 8 luglio 2012

La solita minestra

Non c'è proprio nulla da fare. Tecnici o politici alla fine si assomigliano. Si taglia, magari giustamente in molti casi la spesa pubblica, e dove si va a grattare il barile già vuoto? Nell' Università e nella ricerca.

Non chiedo ai nostri governanti se sono entrati di recente in qualche ateneo, per il fatto che molti vi insegnano. A chi non fosse uso posso dire che l'edilizia lascia molto a desiderare. Tra una Università italiana ed una estera la differenza si vede appena entri: mura scrostate, pioggia nelle aule, latrine scambiate per gabinetti. Le grandi aziende sanno che lavorare in un ambiente pulito (ecco non parliamo della pulizia!) e confortevole è un incentivo alla produttività. Da noi questo dettaglio è ignorato, come gli spazi per gli studenti per studiare, le risorse informatiche, quelle bibliografiche.

Insomma tutti vogliono la ripresa, vogliono che l'Italia si rialzi. Ma prendiamo una classifica. Quella della spesa in ricerca: 29 esimi al mondo. Io non dico che spendiamo bene, certamente potremmo fare meglio. Ma su una cosa non c'è dubbio alcuno: spendiamo poco!!

Dunque se arrivasse un ministro che dicesse: riorganizziamo tutto ma spendiamo di più alla fine, io sarei contento. Invece giù mazzate e tagli.

Il punto è che ci si cela dietro i problemi dell'Università. Siccome questa non funziona è giusto toglierli risorse. E' come se la tua automobile avesse un problema. Non la porti dal meccanico, gli togli la benzina per vedere se va meglio. Mutatis mutandis la stessa cosa che si faceva nel medioevo con i salassi di sangue.

Volete ridimensionare il ruolo dei baroni? Ma andiamo ci vuole niente. Prendete ogni docente universitario italiano e speditelo di fronte ad una commissione internazionale, formata dagli editori delle riviste scientifiche del suo settore. E chiedete un giudizio semplice. Merita la sua posizione, merita di più, merita di meno. Costoso? Sicuramente meno che mantenere un carrozzone come quello di adesso, dove i giovani bravi scappano via poichè le prospettive di carriera sono nulle.

Insomma quando capiremo che la classifica dei paesi più ricchi e di quelli che spendono di più in ricerca e innovazione coincidono?

Quando lo capiremo, sarà troppo tardi. Ma io non sono così pessimista. Credo che non lo capiremo mai, vivendo infelici e scontenti.

lunedì 2 luglio 2012

il bosone di Higgs e il futuro già passato.



Oramai lo sanno tutti, mercoledì al Cern verrà annunciata la scoperta del bosone di Higgs, quella particella che è stata pomposamente chiamata "la particella di Dio". In effetti è un tassello mancante che permette di confermare la nostra visione del mondo microscopica, chiamata modello "standard". Non esistesse Higgs, beh il modello sarebbe sostanzialmente da rivedere.


Esiste un parametro statistico che definisce la differenza tra evidenza (forse c'è, ma chissà...) e scoperta. A 3 sigma c'è l'evidenza, a 5 la scoperta. Entrambi gli esperimenti che stanno cercando questa elusiva particella sono arrivati a questo valore pare.

E' un grande successo? Una scoperta che cambia le nostre vite? Forse, anzi forse no.

Una volte ebbi modo di discutere sul fatto se la scoperta di Higgs fosse un bene o un male per la fisica. Qualcuno sosteneva che era un male. Di fatto chiude un'epoca, conferma in modo solido e forse (il forse è d'obbligo nella scienza) definitivo un modello. 

Certo, qualcosa che non capiamo c'è ancora, i floridi teorici inseguono particelle supersimmetriche, ci sono i costruttori di stringhe che si muovono su mondi multidimensionali, ma quasi tutti vogliono per i loro esperimenti energie ad oggi inarrivabili in un laboratorio. Insomma davanti a noi non c'è più il grande prato verde dei primi del 900 quando la fisica atomica e delle particelle era ancora ignota. No, c'è qualche filo d'erba.

Io invece sostenevo, e continuo a farlo, che non puoi spendere 8 miliardi di euro per costruire il più grande acceleratore al mondo, farlo sopratutto per Higgs, e poi dire: Signori, sapete la novità? Non c'è! Significa che il nostro modello è sbagliato. Ma questa non è una cattiva notizia, perchè così possiamo ricominciare da capo! Nemmeno il più idiota dei politici ti finanzierebbe un esperimento.

Invece bisogna avere la lungimiranza di capire che in alcuni campi sappiamo molto, mentre in altri la nostra conoscenza è ben lungi dall'essere completa. La fisica italiana è sempre stata sopratutto fisica delle particelle. Esprimiamo i portavoce di tutti gli esperimenti del CERN, più il direttore scientifico. Quale altro paese lo può vantare? Ma purtroppo bisogna rendersi conto che il mondo cambia e preparare oggi così tanti fisici delle particelle non è un buon affare ne' per noi per loro. 

Lo spazio delle loro ricerche si restringe sempre più, mentre altri settori, sopratutto quelli legati all'uso della radiazione elettromagnetica per studi di chimica, fisica, biologia e medicina, si stanno affermando. Altrove.

Questa scoperta, se da un lato premia gli sforzi di tanto brillante genio italico, rischia dall'altro di polarizzare le scelte dei giovani verso un campo nel quale il futuro è già passato. 



giovedì 14 giugno 2012

La valutazione dell'ignoranza.

Non c'è parola più magica in questa nazione della meritocrazia. Eh sì perché siamo tutti convinti (a ragione direi) che ciò che rende grandi gli altri paesi, ovvero selezionare le persone meritevoli e dargli le migliori risorse per produrre qualcosa di buono per tutti, dai noi non funziona.

Ma ecco che i nostri legislatori da tempo stanno lavorando (!) per migliorare quella locomotiva ansimante, quel carroccio asmatico che è l'università. Ed ecco che parte la VALUTAZIONE.

Come funziona questo parto dei nipoti di Machiavelli? Ognuno deve selezionare dei prodotti di ricerca, tre massimo si intende. D'altronde in 7 anni che vuoi produrre? Una trentina di articoli come capita a me per esempio? No, tre lavori. Stop.

I tuoi migliori lavori? Nemmeno! Infatti i lavori sono sempre in collaborazione. e non si possono presentare due volte gli stessi. Dunque l'Università si organizza per massimizzare il suo punteggio e non quello dei singoli. Ecco dunque che A e B hanno tre lavori in comune. Sono dei bei lavori. B non ha altri lavori, A ne ha altri 30, ma quei tre sono i più buoni. A chi vengono attribuiti, ad A o a B?

Ovviamente a B, perché altrimenti lui che presenterebbe? Nulla. Perciò A non può presentare i suoi migliori prodotti per massimizzare il punteggio della Università. Niente di male se tutto resta anonimo, ma ecco che il fesso di turno (Pietro Ichino) chiede che siano resi pubblici. Ottimo, così B sarà molte posizioni sopra A. Meritatamente, perché ha capito che in questo paese non è importante fare qualcosa, ma stare al traino di qualcuno che lavora.

Ma non scaldiamoci troppo il bello deve ancora venire!

Ecco il Regolamento con i criteri e i parametri per avere l'abilitazione a professori ordinari e associati. Un capolavoro sublime di stupidaggini.

Se un giorno qualcuno volesse diventare associato o ordinario dovrebbe superare questo scoglio. Mi cade subito l'occhio sui parametri bibliometrici, ovvero quanto hai pubblicato.

Sacrosanto. Se non pubblichi nulla non stai facendo ricerca, stai giocando. Solo che...

Sono tre i parametri e bisogna superarne due. Bisogna avere più pubblicazioni e citazioni della mediana dei professori già di ruolo. A parte l'assurdità matematica della cosa, entrando solo quelli che sono sopra questo valore esso si sposta sempre più in alto e ben presto nessuno potrà mai più entrare, c'è un problema di fondo.

Non si discrimina ne' sulla qualità delle pubblicazioni ne' sul numero degli autori. Secondo voi contano di più 10 articoli sul corriere della sera o 100 sul gazzettino dei castelli romani? Per questo regolamento meglio i 100 sul gazzettino. Eh già...

Ma poi nessuno scrive articoli da solo, si fanno in collaborazione. Per questo nel mondo il valore di ogni articolo viene diviso per il numero degli autori, o per la sua radice quadrata. Così se A pubblica due articoli con 4 nomi produce lo stesso di B che fa 5 articoli ma con 25 nomi. Un principio di equità.

Così invece no! Le grandi collaborazioni nella fisica delle particelle firmano a 500 nomi, ergo producono centinaia di articoli l'anno. Molti non sanno neppure di averli, alcuni non li leggono neanche! Ho sentito di casi di 400 articoli l'anno per una persona, più di uno al giorno. E' ovvio che se dividiamo per gli autori questi contano, come devono, pochissimo. Altrimenti no. Per cui solo chi appartiene a questi grandi gruppi può fare carriera, pure se in realtà è stato solo un portatore di acqua.

Non ci hanno pensato, mi ha detto qualcuno.

NON CI HANNO PENSATO???? E' una legge dello stato!! Già fare ricerca in questo paese è masochistico, si è considerati meno di nulla, si conta niente, e neppure si ha la soddisfazione, almeno morale, che il proprio lavoro sia riconosciuto. Macché, si rischia di far passare per fannulloni chi lavora e viceversa, premiando chi non lo merita e mortificando invece chi lo meriterebbe.

Solo che il paese non lo salvano certo i fannulloni.

Ma si vede che non ci hanno pensato...