lunedì 2 luglio 2012

il bosone di Higgs e il futuro già passato.



Oramai lo sanno tutti, mercoledì al Cern verrà annunciata la scoperta del bosone di Higgs, quella particella che è stata pomposamente chiamata "la particella di Dio". In effetti è un tassello mancante che permette di confermare la nostra visione del mondo microscopica, chiamata modello "standard". Non esistesse Higgs, beh il modello sarebbe sostanzialmente da rivedere.


Esiste un parametro statistico che definisce la differenza tra evidenza (forse c'è, ma chissà...) e scoperta. A 3 sigma c'è l'evidenza, a 5 la scoperta. Entrambi gli esperimenti che stanno cercando questa elusiva particella sono arrivati a questo valore pare.

E' un grande successo? Una scoperta che cambia le nostre vite? Forse, anzi forse no.

Una volte ebbi modo di discutere sul fatto se la scoperta di Higgs fosse un bene o un male per la fisica. Qualcuno sosteneva che era un male. Di fatto chiude un'epoca, conferma in modo solido e forse (il forse è d'obbligo nella scienza) definitivo un modello. 

Certo, qualcosa che non capiamo c'è ancora, i floridi teorici inseguono particelle supersimmetriche, ci sono i costruttori di stringhe che si muovono su mondi multidimensionali, ma quasi tutti vogliono per i loro esperimenti energie ad oggi inarrivabili in un laboratorio. Insomma davanti a noi non c'è più il grande prato verde dei primi del 900 quando la fisica atomica e delle particelle era ancora ignota. No, c'è qualche filo d'erba.

Io invece sostenevo, e continuo a farlo, che non puoi spendere 8 miliardi di euro per costruire il più grande acceleratore al mondo, farlo sopratutto per Higgs, e poi dire: Signori, sapete la novità? Non c'è! Significa che il nostro modello è sbagliato. Ma questa non è una cattiva notizia, perchè così possiamo ricominciare da capo! Nemmeno il più idiota dei politici ti finanzierebbe un esperimento.

Invece bisogna avere la lungimiranza di capire che in alcuni campi sappiamo molto, mentre in altri la nostra conoscenza è ben lungi dall'essere completa. La fisica italiana è sempre stata sopratutto fisica delle particelle. Esprimiamo i portavoce di tutti gli esperimenti del CERN, più il direttore scientifico. Quale altro paese lo può vantare? Ma purtroppo bisogna rendersi conto che il mondo cambia e preparare oggi così tanti fisici delle particelle non è un buon affare ne' per noi per loro. 

Lo spazio delle loro ricerche si restringe sempre più, mentre altri settori, sopratutto quelli legati all'uso della radiazione elettromagnetica per studi di chimica, fisica, biologia e medicina, si stanno affermando. Altrove.

Questa scoperta, se da un lato premia gli sforzi di tanto brillante genio italico, rischia dall'altro di polarizzare le scelte dei giovani verso un campo nel quale il futuro è già passato. 



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