giovedì 5 dicembre 2013

When we were Kings

Oggi si è svolta una cerimonia veramente particolare ai Laboratori di Frascati. Si celebrava il fatto che la società di fisica europea ha deciso di scegliere questi laboratori come sito storico, ovvero come luogo da dove è passata la scienza in questo continente.
La motivazione è stata la realizzazione del primo acceleratore elettrone-positrone nel lontano 1961, chiamato ADA, l'acceleratore che ha aperto la strada per la fisica delle particelle della seconda metà del XX secolo. E' stata una cerimonia sobria, intensa e forse anche velata da tristezza. Certo gli interventi di Salvini (classe 1920) e di Bernardini (1930) ci hanno trasportato in quegli anni. Ma poi ci ha pensato il presidente dell'INFN, l'energico Prof. Ferroni (sicuramente il migliore dei presidenti che abbia visto) a riportarci alla realtà, ricordandoci la distanza da quel passato.
E allora ecco la timeline. Nel 1961 eravamo i primi. Oggi era presente il Nobel Samuel Ting, che ebbe il premio nel 1976 per una scoperta che fu lisciata di pochissimo a Frascati. Dunque allora eravamo ancora in prima linea.

E poi un lento e inesorabile declino, puntellato da scemenze tipo smantellare i servizi tecnici per dare tutto in outsourcing, rilassare i parametri del merito a favore della familiarità, puntare su persone e scelte sbagliate.

Guardo gli altri posti storici che sono stati scelti in Italia: la vasca dei pesci di Fermi, la collina di Arcetri su cui Galileo faceva esperimenti e Villa Griffone, nella quale Marconi realizzava la radio. Ora rispetto ai laboratori di Frascati sono tutti posti morti, dei musei. Qua invece noi pensiamo di fare ancora ricerca e anche di buon livello.

Queste cerimonie mi lasciano sempre un pò di amaro in bocca. Mi pare che ci rifuggiamo nel passato perchè il presente è triste.

Una sola cosa credo leghi quei giovani di un tempo a noi oggi. L'entusiasmo per quello che facciamo. Ma ce ne è un'altra che segna la distanza. Allora guardavano al futuro con ottimismo, pensavano che sarebbe potuto essere meglio, che la freccia del progresso era nella direzione giusta. Oggi siamo in retroguardia, speriamo che il domani non sia peggio di oggi.

E siamo sopratutto rassegnati, vediamo questi momenti come una età dell'oro che non tornerà. E la cosa grave è che può essere che abbiamo ragione.




2 commenti:

  1. E' vero che la mancanza di ottimismo verso il futuro è il vero problema oggi, che rende ogni difficoltà più difficile da risolvere... ma è purtroppo un problema dell'intero paese, non solo della scienza...

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  2. Sì ma qua è molto più grave, perchè per proprio mandato la scienza guarda al futuro, non a conservare lo status quo. Chi fa scienza nel nostro paese? Chi può va via, chi rimane deve ingoiare bocconi amari. E trova una serie di condizioni al contorno che invece di coccolarlo, esaltarlo, spronarlo e motivarlo lo demotivano e lo mortificano. E' sempre più difficile. E il problema più grave è che questo problema è invisibile e noi non abbiamo i Forconi!

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