martedì 11 settembre 2012

le vere priorità

I nodi prima o poi vengono al pettine.

Cominciamo a vedere gli effetti della mitica riforma Gelmini. Oggi ho partecipato ad una riunione del mio dipartimento nel quale è stata illustrata la nuova organizzazione dell'Università, diciamo la linea di comando.

Ecco io non ho capito nulla, tra commissioni, aree, responsabili, direttori, rappresentanti, consigli di dipartimento, senato accademico, nuovi regolamenti, strutture "strutturate" (cito testuale) l'organizzazione della nostra Università è un mostro atroce. Un matrimonio sconcio tra esigenze politiche, equilibri, esigenze nobili o meno.

Alla fine qualcuno dei docenti, quei docenti che all'epoca dell'approvazione della legge erano stato così timidi, così filogovernativi, così ministeriali, si sono resi conto che è tutto un gran casino.

E allora si rimedia all'italiana. Se aboliscono le facoltà le sostituisco con un consiglio d'area, se non posso chiamarlo preside, lo chiamo presidente. Perfino il bilancio adesso si chiama budget, che dice l'Accademia della Crusca?

Non c'è nulla da fare, la natura insegna che i sistemi che funzionano sono quelli semplici, le equazioni giuste sono sempre eleganti, perfino banali. Ma nella patria di Machiavelli possiamo pensare di fare un riforma che metta al primo posto il buon funzionamento? Figuriamoci. La stella polare è il potere, il resto mancia.

Ah già, mancano i soldi per le riviste scientifiche tra l'altro, ma in fondo... chiedete ad un collega che lavora all'estero di mandarvi gli articoli che vi servono no?

Non scherziamo, i problemi non sono questi ma se qualcuno siede o no in questo o quel consiglio. 

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