mercoledì 7 agosto 2013

Sveglia ragazzi

Non sento che parlare di quanto sia difficile essere giovani oggi, con la crisi, con la disoccupazione in questa fascia di età  al 40%, con le scarse opportunità che ci sono.

Eppure non sono affatto d'accordo. Le opportunità oggi non sono più scarse di quelle della mia generazione, anzi.

Noi siamo quelli che hanno inventato il precariato e siamo stati la prima generazione ad averlo subito sulla propria pelle. E se oggi è un problema sentito e si cerca di porvi argine è perchè ha massacrato una generazione, la mia!

Oggi un giovane ha un dispositivo portatile dal quale può avere accesso a tutto il sapere umano. Scambia libri in pdf, li compera o li scarica illegalmente. Il risultato è che non deve passare il tempo a fotocopiare i libri, a prenderli in biblioteca, a perdere giornate dietro le bibliografie.

Comunica con il mondo, noi al più avevamo gli amici di penna. Grazie ai voli low cost può girare  almeno l'europa, in modo per noi impensabile un tempo. Ha accesso ai film in lingua originale sul proprio portatile e migliora la conoscenza delle lingue straniere.

E' il progresso baby, ed è giusto che sia così. Conosco un ragazzo che sta facendo il dottorato a Cambridge, che si è trovato da solo. Un'altro lo ha preso ad Oxford e anch'egli è riuscito con i propri mezzi e grazie alla rete a trovare una opportunità.

Dunque per favore basta lamentarsi. Perchè se è vero che la frase sui bamboccioni è falsa, crudele e infelice, è altresì vero però che non molta gente si vuole realmente mettere in gioco e tirarsi su le maniche. Ma sopratutto è vero che in molti giovani non c'è una tensione al cambiamento. Non tutti certo, ma molti. Non si preoccupano del mondo di domani, non vogliono migliorarlo, non hanno un ideale.

Il loro mondo è ripiegato su se' stesso, pensano al proprio orto, a cercare di preservare un benessere ereditato, senza indignarsi, senza ribellarsi, accettando una realtà così come è. O peggio ancora non si preoccupano, tanto ci pensa papà.

Di tutte le sciagure che non ci possiamo permettere è che il ricambio generazionale non porti novità, rottura dei vecchi schemi, evoluzione.

Come diceva Sabin i saggi sono coloro che accettano il mondo. Il progresso è solo opera dei folli. Forse abbiamo bisogno di giovani un pò più folli.

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