domenica 13 novembre 2011

Io & Silvio

Mi volgo indietro e guardo il MIO mondo, prima e dopo l'era di Berlusconi.

Quando sono uscito dal liceo la scuola pubblica non si discuteva. Avevo in classe due figli di onorevoli. E il mio non era certo il migliore liceo di Roma. Chi andava ad una scuola privata lo faceva perché non era abbastanza bravo per quella di stato. Ed infatti uno dei due trasformò così i suoi 4 in tanti 8. C'era un grande rispetto per la classe docente. Certo, nel mucchio ci poteva sempre capitare la mela bacata, ma nel complesso erano tutti bravissimi. Se prendevi un votaccio era sempre per colpa tua. L'edilizia scolastica non era un granchè nemmeno allora, ma almeno si faceva la manutenzione.

Oggi i genitori devono mettere di tasca propria i soldi per mandare i figli a scuola, altrimenti non si va nemmeno al gabinetto. Se prendi un 4 la colpa è del professore che te lo ha messo, non tua che non hai studiato. Il docente è sempre incompetente e parziale in una concezione complottista e vittimista della vita.

Ma sopratutto è cambiato il modo in cui la società vede l'insegnante. E' quasi un parassita che fa tre mesi di vacanza, è uno che è professore perché non era bravo a fare qualche altra cosa. Il fatto che questa persona formi le conoscenze e le personalità dei giovani è totalmente disconosciuto.
La scuola delle tre i, inglese, informatica e impresa, diploma una marea di ignoranti, incompetenti e talvolta insolenti figli di papà.

Credo che ciò derivi da un sentimento di ostilità nei confronti della cultura. Senza arrivare agli eccessi di Goering che si dice togliesse la sicura alla pistola quando sentiva questa parola, qua si è identificata la cultura con la sinistra. Gli si è fatta la guerra, e si è voluto buttare il ragazzino con l'acqua sporca.

La cultura non riempie la pancia, disse il ministro Tremonti.

Raramente ho sentito una affermazione così stupida e presuntuosa. In un mondo in cui siamo in concorrenza con 1.6 miliardi di cinesi e più di un miliardo di indiani che producono a basso costo, solo la cultura, solo l'istruzione, solo la competenza ci può salvare. Come hanno capito infatti benissimo i paesi verso i quali i nostri migliori cervelli emigrano, e che fanno affari basandosi su essi.

E poi la cultura riempie la pancia meglio di tante altre cose. E non è un discorso radical chic da chi si può permettere di emettere sentenze perché riesce ragionevolmente bene a mettere insieme il pranzo con la cena. La cultura ti da' la forza di andare avanti. Ti aiuta a capire le priorità della vita, ti riempie l'anima meglio della pancia. Fatti non fummo per viver come bruti...E' vero non è uno slogan!

Ma dove il berlusconismo ha picchiato forte e duro è sull'università e sulla ricerca. Siamo a livello della pulizia etnica. Ci sono solo due certezze in questo paese, se servono soldi li prendiamo dall'università e ricerca e dalle accise sulla benzina. L'associazione della Moratti e della Gelmini ha depauperato le risorse economiche ed intellettuali del paese. Ha bloccato per anni l'accesso creando un enorme precariato intellettuale. Ha fermato il rinnovamento della classe docente che si trova oggi vecchia, anagraficamente e mentalmente, non essendo stata in contatto per anni che non con se stessa.

E, ciliegina sulla torta, non ha risolto nessuno dei gravi problemi che affliggono l'Università, come la meritocrazia, il familismo e il nepotismo. Ha dato una tale idea di marginalizzazione dell'Università, che alla fine l'Università stessa si è veramente marginalizzata.

Ha introdotto un metodo di valutazione assolutamente incongruente. L'anno scorso il ministro voleva chiudere il dipartimento di matematica a Tor Vergata. Da tutte le statistiche risulta che questo sia il migliore dipartimento di matematica in italia, il nostro MIT nel campo. E perché lo volevamo chiudere? Perché il rapporto docenti/studenti non rientrava nei parametri del ministero. E non si va a guardare se quegli studenti o quei docenti sono bravi. Quest'anno quel dipartimento ha vinto tre borse europee da più di un milione di euro! In tutta Italia, in tutti i campi scientifici sono state 28, e ben tre nello stesso dipartimento, mai successo. Ma sì chiudiamolo.

La valutazione si è spostata su dei numeri che testimoniano solo se gli studenti sono in corso, se sono tanti e non se sono bravi, se vengono preparati adeguatamente. Così ci si organizza. Tutti voti alti, tutti promossi, altrimenti il ministero chiude il rubinetto. Abbiamo pochi laureati? Ma diamine, abbassiamo il livello, chiediamo di meno, manica larga ci vuole. E così svalutiamo tutto e quei pochi bravi che ci sono, perché le persone in gamba nascono sempre, preparano gli esami a cui prendono trenta in pochi giorni e dicono che è più difficile verbalizzare un esame che darlo. A loro è fatto il danno più grande, perché non li stimoliamo, perché non li portiamo ad avere quello che le loro capacità gli consentirebbero.

Questo è il lascito del Berlusconismo per me, non le gaffe, le battute volgari, o le ragazzine minorenni. E neppure le penalizzazioni economiche che mi ha inflitto, considerando il mancato adeguamento salariale e la mancanza della diaria nelle missioni all'estero.

E' il vuoto che lascia in un paio di generazioni.

1 commento:

  1. Alessandro, hai ragione...
    Ma credo che l'aspetto peggiore non siano i danni oggettivi che ha fatto a due generazioni, ma quello che hai citato all'inizio del post, cioè il condizionamento culturale che è stato fatto a tutte le generazioni, e che renderà molto difficile porre rimedio agli errori oggettivi perchè sarà difficile convincere tutti della necessità di doverlo fare...

    RispondiElimina